Il comandamento dell’amore è l’ordine di un maestro che sa essere amico e non vuole essere un padrone. Gesù chiama amici i suoi discepoli e il compito che lascia loro è quello di amarsi gli uni gli altri, come lui li ha amati. Sta però chiedendo una cosa molto difficile; dare la vita per i propri amici non è certo una cosa da poco. Insomma, Gesù chiede troppo! Noi non moriamo con la certezza di risorgere ma con la speranza che questo accada, con la fede e con il dubbio. Ma chi ha detto che la speranza a volte non sia più forte della certezza? Chi ha detto che la morte sia davvero la fine della vita? Se leggiamo questa pagina con la nostra logica umana non capiamo le parole di Gesù.
Soprattutto in questo periodo fatto di delusione e di false buone notizie, diventa difficile capire la Parola. Siamo tutti, soprattutto noi più giovani, bombardati di video e post che ci raccontano realtà a volte costruite per farci chiudere in noi stessi e non per aprirci agli altri. E allora capire un comandamento d’amore diventa davvero difficile.
Quello che il Signore ci chiede in questo passo penso però sia di fidarci di lui, ma soprattutto di non rimanere soli e di non lasciare soli gli altri. Ci sta chiedendo di “rimanere”, di restare: “rimanete nel mio amore”. Proprio come noi chiediamo a lui di non andar via, lui chiede a noi di esserci, di stare in mezzo alle cose, di essere interessati agli altri e interessati all’amore.
In questo tempo che ci chiede prudenza non dobbiamo cadere nella solitudine e nell’apatia. Forse è questo dare la vita per i propri amici: non morire per loro, ma vivere per loro. Dare loro le cose più preziose che compongono la nostra vita: il tempo, l’ascolto, il volersi bene. Amare allora non è un triste sacrificarsi, ma un donare se stessi. Se ci pensiamo lo facciamo continuamente, senza accorgercene, e tanti lo fanno con noi, anche adesso che abbiamo perso i contatti con alcune persone, che ci siamo un po' chiusi nei nostri problemi.
Noi siamo fatti di pezzi di vita altrui. Il nostro tempo è il tempo che qualcuno ci ha donato, le nostre parole sono le parole che qualcuno ci ha insegnato. Il nostro amore è l’amore che il Signore ci ha lasciato. E la cosa ancor più lontana dai nostri schemi umani è che lui non chiede qualcosa in cambio, quello che ci comanda è di essere felici. È un ordine, un comandamento: siate felici. Non ci chiede semplicemente di amarci, ma di amarci semplicemente, con semplicità e umiltà, come lui ha fatto con noi.
È chiaro infatti che abbiamo tutti le nostre fatiche, le nostre difficoltà. Ma è proprio qui il senso della reciprocità: scambiarsi il bene gli uni gli altri rende le difficoltà mancanze che si colmano e rendono piena nostra gioia: “
vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
Lui ci ha già scelti, non siamo stati noi a scegliere lui. Però possiamo scegliere se seguirlo o meno, se restare o scappare. Qualsiasi sia la scelta, lui rimane.
Letizia Di Deco
Vivere la fede 
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