Non so se in mezzo alle folle che interrogavano Giovanni ci fossero degli anziani, se la regione del Giordano fosse facilmente accessibile a persone avanti negli anni con vari acciacchi, ma penso che le risposte date da Giovanni possano dire qualcosa anche a noi. Giovanni invita tutti, indipendentemente dalle condizioni di vita, a condividere con gli altri quello che si ha: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Come viviamo oggi questa proposta? La maggior parte di noi ricorda, spesso con nostalgia, tempi in cui non si aveva molto, ma si condivideva il poco che si aveva. E oggi? Quanto siamo attaccati a ciò che abbiamo? Quanto le preoccupazioni per il nostro futuro (il bisogno di cure, una eventuale colf o badante...) ci impediscono di vedere chi oggi ha bisogno? Come riusciamo a conciliare la giusta previdenza per i nostri bisogni futuri con la povertà attuale di tanti attorno a noi? Non abbiamo solo beni materiali da condividere: riusciamo a donare un po' del nostro tempo, della nostra attenzione a chi è solo, bisognoso di ascolto, di una presenza amica o pensiamo che finalmente è giunto il momento di pensare solo a noi, poiché “abbiamo già dato”?
Non siamo né pubblicani né soldati, ma l'invito a non esigere troppo, ad accontentarsi, possiamo sentirlo rivolto anche a noi, a volte preoccupati più delle nostre pensioni (anche quando superano abbondantemente i nostri bisogni) che del futuro di figli e nipoti. Lasciamoci interpellare dall'incontro con Giovanni, chiedendo al Signore che viene di aiutarci a convertire il nostro cuore, non per timore di punizioni, ma in risposta al suo amore misericordioso, grande quanto forse nemmeno Giovanni riusciva ad immaginare.
(Gabriella Reggi, schede bibliche di Avvento)
Vivere la fede 
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