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Commento Lectio 25/11/2007 PDF Stampa
23-11-2007

Festa di Cristo Re[1]


Dal vangelo secondo Luca (23,35-43)

Il popolo stava a vedere[2], i capi invece schernivano Gesù, dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso[3], se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati[4] lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.[5]

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi![6]». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio[7] e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male[8]». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno[9]». Gli rispose[10]: «In verità ti dico, oggi[11] sarai con me[12] nel paradiso[13]
».


Note

Il re dei Giudei?

Sulla Croce, Gesù è radicalmente contestato e tutta la sua opera messa in crisi. Ha preteso di salvare altri, ora non è in grado neanche di badare a se stesso. E' religiosamente un abbandonato da Dio, politicamente un perdente.

Il re dei Giudei!

Eppure dalla Croce, Gesù manifesta il suo potere: quello di attirare tutti a sé e di salvare anche l'insalvabile. Non scende dalla Croce, non si adatta alle nostre richieste, ai nostri schemi di potenza, non abbandona la via della condivisione e del servizio, arriva a prendere l'ultimo posto. E un uomo, un malfattore, un crocifisso, riconosce in lui il re e il salvatore. E trova la forza di pregare e di sperare.

Come si entra in questo regno? Come ci si salva?

1)Una salvezza sempre possibile. Nel racconto c'è un paradosso: è salvata una delle persone che è meno salvabile.

2) Una salvezza che è un distacco dal peccato tramite il riconoscimento umile di esso Il malfattore si stacca dal peccato e lo riconosce: "noi giustamente"

3) Una salvezza nel rapporto personale con Gesù: "Gesù, ricordati di me."

4) Una salvezza presente. La presenza di questa salvezza si realizza nella tensione tra I'«oggi» e il «quando entrerai/verrai nel tuo regno». C'è questo rimando al futuro, ma l'attesa del futuro non toglie il realismo del «già»

5) Una salvezza con un orizzonte ultraterreno, ultramortale. Il malfattore non risorge adesso, ma semplicemente muore. L 'orizzonte appare allora ultraterreno: il paradiso

Anche noi re

"I fedeli vivono la regalità cristiana, anzitutto mediante il combattimento spirituale per vincere in se stessi il regno del peccato e poi, mediante il dono di sé, per servire nella carità e nella giustizia Gesù stesso presente in tutti i suoi fratelli..." Giovanni Paolo II

Per meditare

"Questo ladrone ha rubato il paradiso. Nessuno prima di lui ha sentito una simile promessa... né Abramo, né Isacco, né Giacobbe, né Mosè, né i Profeti, né gli Apostoli: il ladrone entrò prima di tutti loro. Ma anche la sua fede oltrepassò la loro. Egli vide Gesù tormentato e lo adorò come se fosse nella gloria. Lo vide inchiodato ad una Croce e lo supplicò come se fosse in trono. Lo vide condannato e gli chiese una grazia come a un re. O ammirabile ladrone, lo hai veduto un uomo crocifisso e lo proclamasti Dio".

Giovanni Crisostomo



[1] Nell'ultima domenica dell'anno liturgico, guardiamo a Cristo Re dell'universo, a Cristo principio e fine di tutte le cose, a Cristo che tornerà a dire l'ultima parola sulla storia.

[2] Il popolo comincia a dissociarsi dai suoi capi: non si unisce agli scherni contro Gesù e dopo la sua morte se ne tornerà battendosi il petto. Il Re crocifisso comincia ad agire nei cuori di molti e ad attirarli a sé.

[3] Salva te stesso: è questo il ritornello che Gesù si sente dire per tre volte dalla Croce. Luca insiste molto sul tema della salvezza: Gesù è presentato come il Salvatore fin dalla nascita (2,11); porta in casa degli uomini la salvezza di Dio (19,9). Ora tutta la sua opera di salvezza è contestata.

[4] Occhio al tipo di contestazione: mentre i capi religiosi parlavano di Cristo di Dio, i soldati parlano di re dei Giudei: per loro Gesù è un re da nulla, insignificante come guida religiosa, perdente come capo politico.

[5] La menzione della famosa scritta INRI, con la motivazione della condanna, è collocata da Luca qui, quasi a rafforzare le prese in giro e a ricordarci l'aspetto paradossale del Regno di Gesù.

[6] E anche noi: è l'interesse del malfattore, e anche il nostro! Ma Gesù, per salvarci dovrà scendere dalla Croce?

[7] Il tema del timore di Dio. Ci sono tre passi in cui Luca parla del temere Dio
Ø 1,50: Magnificat: la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ø 18,2.4: il giudice iniquo che non teme Dio.
Ø 12,4ss: istruzione di Gesù: "A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui". Le parole di Gesù sono come un commento all'atteggiamento del secondo malfattore, preoccupato non tanto di salvare la vita corporale, ma preoccupato della sua sorte definitiva. Timore di Dio significa riconoscere il Signore come colui dal quale dipende la sorte definitiva dell'uomo, e dunque accettare e seguire la sua volontà.

[8] Nuova dichiarazione dell'innocenza di Gesù, dopo quella di Pilato e prima di quella del centurione

[9] La preghiera del secondo malfattore ha diversi aspetti "originali":
Ø E' l'unica volta in cui ci si rivolge a Gesù, chiamandolo semplicemente per nome
Ø "Ricordati di me". Nella Bibbia era una frase rivolta a Dio, qui a un uomo crocifisso!
Ø Nel tuo Regno: è il regno di Gesù. -Il malfattore non dubita che Gesù, attraverso la sua morte, entri nel suo regno, e, senza prescrivergli qualcosa,. esprime la sua convinzione che Gesù possa fare qualcosa per lui. Egli riconosce ciò che gli altri hanno messo in dubbio: che Gesù può salvare se stesso e anche gli altri.

[10] Nella passione secondo Luca, Gesù è molto attivo: guarisce il servo del sommo sacerdote venuto per arrestarlo, guarda Pietro che lo ha rinnegato, risponde alle donne, perdona, offre la salvezza al malfattore.

[11] Oggi E' l'oggi della salvezza, che troviamo altre volte in Lc, da intendersi qui anche in senso cronologico. Ultime parole terrene ad un uomo, le prime erano state: "oggi si è compiuta questa Scrittura" (4,21)

[12] Sarai con me. Il rapporto con Gesù dopo la morte è espresso nella terminologia attestata già nei più antichi scritti cristiani (1Ts4,16: allora saremo sempre con il Signore ). La promessa non è impostata sulla descrizione del Paradiso, ma sul rapporto con Gesù, promesso come risposta alla relazione di fiducia manifestata dal malfattore.

[13] E il Gesù sofferente risponde con una generosità che va al di là delle sue richieste, perché Gesù non si limiterà a ricordarsi di lui all'atto di entrare nel suo Regno; lo prenderà con sé in quello stesso giorno.
Ciò che avviene tra Gesù e il malfattore appare come la realizzazione di quanto Gesù aveva annunciato in 12,8: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio" Il malfattore, davanti a coloro che scherniscono Gesù e in una situazione disperata, ha riconosciuto Gesù crocifisso. Ora egli viene riconosciuto da Gesù che entra nel Paradiso.


 
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