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Commento Lectio 20/01/2008 PDF Stampa
16-01-2008

Ecco l'agnello di Dio

che toglie il peccato del mondo


Dal vangelo secondo Giovanni (1,29-34)

In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

Comprendiamo il Vangelo

Per comprendere meglio il nostro brano, è utile allargare lo sguardo a questo primo capitolo di Gv:

- è scandito in giornate (4 o 7 se arriviamo alle nozze di Cana), proprio come la prima settimana della creazione in Genesi. Gesù è un nuovo principio, sembra dire l'evangelista; con lui la storia riparte, inizia una nuova creazione: viene tolto il peccato del mondo e viene donata all'umanità una vita nuova;

- incomincia con Giovanni Battista: il primo giorno confessa di non essere lui il Cristo e annuncia la venuta di uno più grande di lui; il secondo giorno - il nostro - rende la sua testimonianza a Gesù; il terzo giorno, indirizza i suoi discepoli a Gesù: fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. (1,35-37);

- è pieno di acclamazioni rivolte a Gesù: Rabbì, Messia, re di Israele, Figlio di Dio... Il nostro brano ci offre un assaggio di questa litania a più voci e ci invita a guardare a Gesù:
- in negativo, come colui che toglie il peccato del mondo;
- in positivo, come colui che battezza in Spirito Santo.
- Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo...

A Messa, prima della Comunione, diciamo "i peccati del mondo" e pensiamo ai nostri peccati personali. Ma alla radice di tutti i singoli peccati, di tutte le violenze, le divisioni, le menzogne, ci sta un peccato radicale, fondamentale, "originale": la chiusura, l'opposizione a Dio, e la pretesa di sostituirsi a lui...

Gesù toglie questa radice velenosa, vivendo in obbedienza al Padre, compiendo la sua opera, e offrendosi come nuovo agnello pasquale. Toglie il peccato non con la bacchetta magica, ma portandolo su di sé, subendone le conseguenze, come il servo del Signore descritto da Is 53 che "si carica delle nostre sofferenze, si addossa i nostri dolori..., come agnello condotto al macello..., porta i peccati di molti e intercede per i peccatori". Toglie il peccato non evitandolo, ma affrontandolo, smascherandolo, entrando nelle situazioni di peccato: portando luce nelle tenebre, verità nella menzogna, vita nella morte.

Così, con la sua incarnazione, col suo abbassamento, con la sua innocenza dal peccato e solidarietà coi peccatori, col suo farsi servo, il Figlio di Dio ribalta completamente il peccato di Adamo, sconfigge il male alla radice, e dà inizio ad una nuova umanità, capace di vincere il male col bene.

Toglie il peccato, entrando in questo mondo segnato dal peccato e vivendo a "orecchie aperte", pronto a fare la volontà del Padre (Salmo)

- L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo

Su Gesù, lo Spirito si posa e rimane, dimora, si trova a casa sua, non incontra resistenze, penetra dappertutto... Così, ricolmo dello Spirito, Gesù può donarlo, può effonderlo, può battezzarci nello Spirito, immergerci completamente nella vita di Dio, farci rinascere di nuovo...

È un "battesimo" che compie l'attesa di tanti profeti che avevano preannunciato per gli ultimi tempi una grande effusione dello Spirito. È un "battesimo" che comprende tutta l'attività di Gesù, fino alla Pasqua, quando egli effonderà lo Spirito sull'umanità dall'alto della Croce (19,30) e lo consegnerà come primo dono pasquale, ai suoi discepoli (20,22).

Ma come si accoglie la presenza di Gesù che toglie il peccato e dona vita nuova? Anche in questo Giovanni Battista ci è maestro e ci offre in tre verbi, un piccolo itinerario:

Io non lo conoscevo. Stupisce l'umiltà di Giovanni: il giorno prima aveva ridimensionato il suo ruolo; il giorno dopo lascerà che due suoi discepoli seguano Gesù. Nel nostro vangelo dice che Gesù viene prima di lui e per ben due volte confessa che neppure lui lo conosceva.

Come non lo conosceva? Non erano mezzi parenti? Sì, ma anche lui, come del resto Maria e i discepoli, hanno avuto bisogno di scoprirlo, di conoscerlo meglio, di essere aiutati dall'alto a credere in lui. E quante volte rimarranno sorpresi, spiazzati, dal suo modo di ragionare, da quello che diceva e faceva, dalle persone che frequentava, fino alla Croce!

Nel vangelo capita spesso che chi crede di conoscerlo, di saper già tutto, di poterlo giudicare e rinchiudere nei suoi schemi..., in realtà non coglie la sua identità profonda, non ne conosce la reale provenienza dal Padre; chi crede di vedere rimane cieco... (9,41).

Anche perché conoscere, nel linguaggio biblico, vuol dire essere in relazione profonda, intima, abitare assieme... Non si tratta solo di sapere qualche informazione su Gesù, ma di stare con lui, di entrare dentro la sua mentalità, la sua preghiera, le sue scelte, il suo stile di vita... Un cammino che dura una vita!

Io ho visto. Com'è importante il vedere nello scarno e denso vocabolario giovanneo! In particolare il nostro capitolo è un concentrato di sguardi: Giovanni vede Gesù, fissa lo sguardo su di lui, vede lo Spirito scendere su Gesù. Poi Gesù vede i due discepoli di Giovanni che lo seguono e li invita a venire e a vedere (1,39). Tutto il vangelo è un continuo invito ad aprire gli occhi su Gesù, a vedere più in profondità: il verbo si è fatto carne e noi abbiamo visto la sua gloria... (1,14).

Ho reso testimonianza. Chi apre gli occhi su Gesù, sulla vita nuova che lui porta, non può più tacere: Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi (1Gv 1,1-3).

Qualche domanda per meditare il vangelo

Io non lo conoscevo.
- Quali momenti della vita, quali occasioni mi hanno portato ad una conoscenza più profonda di Gesù? Ho avuto anch'io l'aiuto di qualche luce dall'alto, o di qualche testimone come Giovanni Battista?

- Quando mi accorgo di non conoscerlo abbastanza?

Io ho visto
- Vedere Dio in Gesù; vedere Gesù nella chiesa, nell'altro; vedere l'azione dello Spirito nella storia, vedere da contemplativi, con occhi nuovi... Ma ci riesco? Com'è il mio sguardo di fede?

- Vedere Gesù come agnello di Dio che toglie il peccato del mondo... Mica facile! Il peccato, il male quello lo vedo bene, in me, negli altri, nel mondo... Ma Gesù che è all'opera per liberarmi, Gesù che porta il mio peccato, Gesù che salva, Gesù che ci riempie del suo Spirito... Lì faccio più fatica, sono un po' cieco!

Ho reso testimonianza.
- Conosciamo testimoni che ci fanno vedere Gesù: che ne parlano non come un personaggio del passato, non per sentito dire; che mostrano la vita nuova dello Spirito, con i suoi frutti; che come l'agnello di Dio si sono fatti carico dei fratelli, hanno portato il peso del loro peccato...?

Preghiamo sul vangelo

Condividiamo la nostra meditazione o le nostre intenzioni di preghiera
Contempliamo Gesù, attraverso il vangelo

- Gesù, Figlio di Dio
- Gesù che sei prima di noi, fin dal principio
- Gesù, inviato dal Padre
- Gesù, su cui lo Spirito scende e si riposa
- Gesù, che battezzi in Spirito Santo
- Gesù, Agnello di Dio che togli il peccato del mondo
- Gesù, che ancora oggi vieni verso di noi
- Gesù, che non conosciamo mai abbastanza
- Gesù, che il Padre ci insegna a riconoscere
- Gesù che ci chiedi di diventare tuoi testimoni


O Padre, che in Cristo agnello pasquale e luce delle genti, chiami tutti gli uomini a formare il popolo della n uova alleanza, conferma in noi la grazia del Battesimo con la forza del tuo Spirito, perché tutta la nostra vita proclami il lieto annunzio del vangelo.

Per continuare a meditare
"Gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di "parlare" di Cristo, ma in un certo senso di farlo loro "vedere". E non è forse compito della chiesa riflettere la luce di Cristo, in ogni epoca della storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni del nuovo millennio? La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto. A conclusione del Giubileo, mentre riprendiamo il cammino ordinario..., lo sguardo resta più che mai fisso sul volto del Signore".
(Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte)


 
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