1ª Domenica di Quaresima
"Fu condotto dallo Spirito nel
deserto"
Preghiamo insieme: O Dio, che conosci la fragilità
della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere
con la forza della tua parola il cammino quaresimale, per vincere le seduzioni
del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello Spirito.
Ascoltiamo
il Vangelo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo
Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta
giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò
e gli disse: "Se tu sei il Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino
pane". Ma egli
rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio". Allora il diavolo lo portò
nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: "Se tu sei
Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a
tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non
inciampi in una pietra". Gesù gli
rispose: "Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo portò
sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria
e gli disse: "Tutte
queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". Allora Gesù gli rispose:
"Vattene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui
solo renderai culto". Allora il
diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. (Matteo 4,1-11)
Quale titolo?
Possiamo guardare il vangelo
delle tentazioni da diverse angolature:
- Gesù che "verifica" il suo
Battesimo: il Figlio di Dio ascolterà
la voce del Padre e si fiderà di lui, anche quando avrà fame?
- Gesù che rivive l'esperienza
di Israele nel deserto, tra
prove, tentazioni e ascolto della voce di Dio;
- Gesù che scende nei
pericoli che minacciano l'uomo, perché solo così l'uomo caduto potrà
essere risollevato;
- Gesù che si
raccoglie prima di iniziare la sua missione, da non travisare secondo
le attese umane, ma da svolgere secondo Dio;
- Un duello a colpi di
Scrittura con un diavolo "teologo" e biblista: ma qual è il modo giusto di rapportarsi con Dio e
con la sua parola? Quando si serve Dio e quando invece ci si serve di lui?
- Un invito al discernimento: attenzione,
perché il diavolo non invita direttamente a fare il male, ma cerca di sedurre
con proposte che sembrano ragionevoli, ovvie, efficaci, tutte per riuscire
meglio, tutte a fin di bene...
- Una
partita che Gesù vince 3 a
0. Quindi, niente paura: con
lui, col suo Spirito, anche noi possiamo smascherare il male e vincerlo!
Meditiamo il Vangelo
(cfr Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, pagg. 47-68)
Alla
radice di ogni tentazione: rimuovere Dio
Appare chiaro il nocciolo di ogni tentazione: rimuovere Dio,
che di fronte a tutto ciò che nella nostra vita appare più urgente, sembra
secondario, se non superfluo e fastidioso. Mettere ordine da soli nel mondo,
senza Dio, contare soltanto sulle proprie capacità, riconoscere come vere solo
le realtà politiche e materiali e lasciare da parte Dio come illusione, è la
tentazione che ci minaccia in molteplici forme.
·
Confrontiamoci con queste parole del
Papa: La questione di Dio è la questione fondamentale
che ci conduce al bivio dell'esistenza umana...
. Laddove Dio è considerato una
grandezza secondaria, che si può temporaneamente o stabilmente mettere da parte
in nome di cose più importanti, allora falliscono queste presunte cose più
importanti...
· Vediamo in noi e attorno a noi questa tentazione di rimuovere Dio, di
considerarlo irrilevante, di dare importanza a tante altre cose più "concrete"?
· Silenzio, deserto, digiuno, ascolto nutriente della Parola, preghiera:
ne ha avuto bisogno Gesù, figuriamoci noi! Comunichiamoci qualche proposito
quare-simale per alimentare la nostra vita di battezzati, dare a Dio il primo
posto, ritornare a sentire fame di lui e della sua parola...
Il pane
di Gesù
Dì che queste pietre diventino pane... Quale sfida! La risposta di Gesù
trova compimento nella moltiplicazione dei pani e nell'Ultima Cena.
Nella moltiplicazione dei pani, la gente era venuta per
ascoltare la parola di Dio e per farlo aveva lasciato perdere tutto il resto. E
così, come persone che hanno aperto il loro cuore a Dio e agli altri in
reciprocità, possono ricevere il pane nel modo giusto, ringraziando Dio e
condividendolo.
Nell'Ultima Cena, Gesù stesso è diventato il chicco di grano
che morendo produce molto frutto. Egli stesso è diventato pane per noi, e
questa moltiplicazione dei pani durerà fino alla fine dei tempi.
Dì che questi sassi diventino pane.
È la tentazione del
materialismo, terribile e seducente, perché un panino sazia più di una
preghiera. Una bibita ghiacciata rinfresca più di un sacramento. Una
passeggiata in mountain-bike rinforza più di una Messa. Un'auto potente dà più
ebbrezza della carità. Una bella casa e un sostanzioso conto in banca danno più
sicurezza della coscienza di aver compiuto il bene.
È
difficile non ascoltare i crampi dello stomaco. È facile far tacere quelli
dello spirito. Per questo il tentatore ha spesso buon gioco e anche le realtà
più alte (l'amicizia, l'amore, la sessualità...) vengono ridotte a merce. Ma
soltanto chi sa resistere alla tentazione del materialismo sperimenta la grandezza dell'essere
figlio di Dio. Basta guardarsi attorno: chi riduce tutto a pane per i denti
finisce per essere mangiato da ciò che crede di divorare. (T. Lasconi, Io con te per 365 +1)
· Pensiamo al nostro rapporto col pane, con le cose, con i beni? Come li
guadagniamo, li consumiamo, li accumuliamo o li condividiamo?
· In noi ci sono desideri profondi: c'è fame di verità, di bellezza, di
bene; c'è fame di Dio... Riconosciamo, coltiviamo questi desideri o li
anestetizziamo e affoghiamo subito in una marea di cose, di immagini, di rumori?
· Riconosciamo che, davanti alle fami dell'umanità, la risposta di Gesù è
molto più efficace di quello che sembra? Che, se non cambia il cuore, altre soluzioni
in apparenza più rapide risultano fallimentari e si finisce per dare pietre al
posto del pane?
Bùttati
giù
Cristo non si è gettato dal pinnacolo del tempio. Non ha
messo alla prova Dio. Ma è sceso nell'abisso della morte, nella notte
dell'abbandono, nell'essere in balia che è proprio degli inermi. Ha osato
questo salto come atto di amore di Dio
verso gli uomini. Sapeva che, saltando, avrebbe potuto soltanto cadere nelle
mani benevole del Padre.
La
seconda tentazione attacca l'immagine di Dio: là dove rimane in qualche angolo
del nostro cuore l'immagine di un Dio Padre, è possibile rimettersi in piedi,
per andare verso di lui, nonostante i nostri peccati. Ma dove Dio è solo
qualcuno da usare, tirato dentro nelle nostre attese e pretese, magari con
qualche consultazione affrettata della Scrittura o con il ricorso ai miracolismi
o a pratiche superstizione, allora non si va da nessuna parte... (M.Zattoni, G.Gillini, Interno familiare, anno A)
·
Che volto assume per noi questa
tentazione? Usare Dio come
"tranquillante", pretendere che faccia quello che non facciamo noi, andare alla
ricerca dell'esperienza esaltante,
dell'emozione forte, del segno spettacolare?
Tutte queste cose io ti darò
Il diavolo conduce Gesù su un monte altissimo e gli mostra
la potenza di questo mondo. È la tentazione del potere, della gloria. Il divisore ci tenta nelle relazioni con gli
altri: ci mette uno contro l'altro, uno senza l'altro (indifferenza) uno sopra
l'altro (potere), uno sotto l'altro (servilismo). Gesù però sceglierà un altro
monte, un'altra grandezza, un altro progetto: quello delle Beatitudini.
Per
avere qualcosa di più degli altri siamo disposti a vendere l'anima al diavolo.
È la tentazione del
potere che ci spinge senza soste a una corsa continua e affannosa per emergere,
per prevalere. Una corsa che ci procura affanno,
ansia, depressione, perché appena crediamo di essere
arrivati
sulla cima, ci accorgiamo che c'è sempre un altro arrivato più in alto di noi.
E allora si ricomincia. Senza soste. Senza riguardi. Senza scrupoli. (T. Lasconi, Io
con te per 365 +1)
· Come si manifesta nella nostra vita, nella nostra
famiglia, questa tentazione? Come respingerla, anche quando occupiamo posti di
responsabilità?
Il diavolo lo lasciò ed ecco angeli
gli si accostarono e lo servivano
Gesù, nuovo Adamo ha vinto il male e
ha ritrasformato il deserto in un Paradiso. Se scegliamo le vie di Dio, anche
il deserto più inospitale può diventare un paradiso, un luogo di pace, di
armonia, di servizio, di preghiera.
· Dove abbiamo già sperimentato l'aiuto del Signore,
la forza della preghiera, della sua Parola, dei Sacramenti?
· È capitato anche a noi di vedere "trasformarsi il
deserto in Paradiso", di uscire da tentazioni, da prove, rinnovati, più maturi,
più forti, più uniti... Di ringraziare per certi problemi che ci hanno fatto
soffrire ma poi ci hanno fatto anche crescere?
Preghiamo
il Vangelo
-
Gesù,
condotto dallo Spirito nel deserto
-
Gesù,
tentato come noi e vincitore per noi
- Gesù,
tentato dall'inizio fino alla fine, sulla Croce
-
Gesù,
obbediente al Padre
-
Gesù,
che non pensi secondo gli uomini, ma secondo Dio
-
Gesù,
che smascheri le tentazioni dell'avere, dell'apparire, del potere
-
Gesù,
che digiuni e ti fai solidale con i poveri
-
Gesù,
che accogli il pane come dono da condividere e da moltiplicare
-
Gesù,
che ti fai Pane spezzato per noi
-
Gesù,
che ti nutri della Parola di Dio.
-
Gesù,
che sali sul monte delle Beatitudini, della preghiera e del servizio
-
Gesù,
che trasformi il deserto in paradiso
Tutta la
Quaresima ci porta, di domenica in domenica, a riscoprire il
nostro Battesimo, a rinnovare nella veglia pasquale le nostre promesse
battesimali. In particolare il vangelo delle tentazioni ci prepara a dire: "Rinuncio", a smascherare, a livello
personale e comunitario, le suggestioni del maligno.
Rinunciamo al peccato, per vivere
nella libertà dei figli di Dio? Rinuncio.
Rinunciamo alle seduzioni del male,
per non lasciarci dominare dal peccato? Rinuncio.
Rinunciamo a satana, origine e causa
di ogni peccato? Rinuncio.
Ognuno può proporre una rinuncia che, dopo l'incontro,
ha capito significativa per sé e per la propria comunità ... Rinunciamo... Rinuncio.
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