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briciola 06-06-2008 PDF Stampa
06-06-2008
Gesù continuava a parlare (Mc 12,35). Una delle attività più importanti di Cristo è quella dell'insegnamento o della consolazione attraverso la parola. Egli pur non avendo frequentato nessuna scuola rabbinica del suo tempo e nessun maestro, ma cresciuto solo alla scuola di Maria e di Giuseppe, si dedica molto al dialogo con la gente. Questa lo riconosce come "uno che parla con autorità" e non come altri che pur avendo "studiato" parlano senza vera convinzione. Questa attività di Cristo come c'interpella? Oggi che siamo nell'era di internet e in cui la parola quasi non c'è più, sostituita dai pensieri, dai loghi e da tastiere e mouse?! È vero che molta gente comunica attraverso il video e questo diventa una nuova forma di conoscenza e relazione. Con la briciola di oggi però ci vogliamo prendere il proposito di "continuare a parlare", cioè di avere il coraggio di affrontare le persone in carne e ossa e di esprimergli il nostro pensiero e sentimento. Oltre il video questa resta la via obbligata, per stare in relazione con gli altri. Fai fatica a parlare? Prova a raccontarcelo.
 Commenti (2)Add Comment
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Scritto da chicco di grano, 07 giugno 2008, 01:29
Parlare è sempre stata per me una grande difficoltà. In particolar modo esprimere ciò che sento, le mie emozioni,i miei dubbi, le mie paure senza finzioni, senza il timore di non essere capita o fraintesa, senza temere lo sguardo degli altri. Forte è in mè il desiderio di aprirmi con chi mi è vicino e penso che molto dipende da chi ti stà accanto e dalla loro capacità di ascolto. Una caratteristica per me fondamentale per mettersi in relazione con gli altri e permettere così la " parola" e il "dialogo" è la trasparenza da entrambe le parti. Mi farebbe piacere che le persone fossero come il cristallo materiale trasparente che accoglie la luce e la restituisce arricchita e variopinta. Trasparenza è accoglienza e autenticità; essere trasparenti vuol dire prima di tutto essere aperti a se stessi accogliere i propri sentimenti, essere onesti verso se stessi e verso gli altri; è saper chiedere perdono a Dio se sentiamo di esserci comportati in un modo che non corrisponde a ciò che Lui ci chiede e saper chiedere scusa al prossimo umilmente per ritrovare quella trasparenza che ci permetterà di riflettere la luce. La trasparenza è quindi la condizione ideale per dare la possibilità a chi ci stà di fronte di lasciarsi vedere dentro dall'altro, permettendo così momenti di dialogo di condivisione e ....... di " Parola".
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Scritto da Rosalba, 06 giugno 2008, 16:29
Grazie per questa briciola.
Continuare a parlare, "oltre il video", resta la via obbliagata per stare in relazione
con gli altri.
La parola "oltre" è la parola chiave.
Fino a dove può portare? Credo fino in fondo al cuore, là dove il fondo è più lontano.
Io non posso arrivare a scoprire l'altro se non mi servo di tutti gli elementi della comunicazione: verbali e non verbali, della mia fisicità ed emotività, della mia mente, dei miei piedi che vanno verso di lui.
Essi mi rivelano tante cose delle persone che mi stanno attorno, a cominciare da quelle della famiglia, del luogo di lavoro, che incontro per strada....
Se Gesù non avesse camminato tanto e parlato tanto, forse non avrebbe incontrato tanti amici a cui rivelare il Volto del Padre e tante persone a cui voler bene, e forse non avrebbe visto i bisogni sul volto degli uomini.
Il video, il telefonino, la lettera, non bastano.
Quante volte avrei voluto che qualcuno mi fosse venuto a trovare, mi avesse parlato e ascoltata!
Quante volte non sono stata capace di rispondere a questa richiesta, per pigrizia, o per non compromettermi più di tanto!
Ci stiamo abituando forse a parlare troppo con noi stessi, a cercare le soluzioni da soli, a lasciare che gli altri risolvano i loro problemi ,mentre una semplice parola può fare miracoli!
Il vangelo è pieno di dialoghi.
E' pieno di persone che dopo aver parlato con Gesù se ne tornano a casa pieni di gratitudine. Ho nel cuore diverse persone che hanno saputo donarmi questo dialogo d'amore.
Da domani cercherò di dire più spesso: Ciao, come stai?
E poi rispetterò anche il "suo silenzio."

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