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Commento Lectio 20/07/08 PDF Stampa
18-07-2008

Il buon grano e la zizzania


Ci sostenga sempre, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi la tua parola, seme e lievito della Chiesa, perché si ravvivi la speranza di veder crescere l'umanità nuova,
che il Signore al suo ritorno farà splendere come il sole nel tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Leggiamo
Dal vangelo secondo Matteo (13,24-43)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio"».
Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Comprendiamo
In quel tempo...
Siamo nel Discorso parabolico, il terzo dei cinque grandi discorsi di Gesù che scandiscono il vangelo di Matteo. Dopo aver proclamato le beatitudini e aver detto nel Discorso della montagna come si vive dove Dio regna, dopo aver dato istruzioni ai suoi su come si annuncia il regno dei cieli nel Discorso missionario, ora Gesù ci aiuta a riconoscere il mistero del regno dei cieli nella storia: la sua presenza nascosta, la sua crescita, la sua straordinaria fecondità, la sua accoglienza, gli ostacoli che incontra. Lo fa con sette parabole: tre sono quelle sul seme, poi abbiamo i piccoli quadretti del lievito nella farina, del tesoro e della perla e quella finale della rete che raccoglie ogni genere di pesci

In queste parabole Gesù rivela la sua straordinaria capacità di vedere in trasparenza e di raccontare l'agire di suo Padre, a partire dalle immagini quotidiane della natura e del lavoro umano. Dove altri non vedono niente, lui vede i segni del regno di Dio che cresce.

Ma perché Gesù parla in parabole? Non tanto per dare un vangelo a fumetti a gente semplice che ha bisogno di "audiovisivi". Piuttosto per fare emergere, affrontare indirettamente, trasporre nelle immagini, le domande, i dubbi, le obiezioni dei suoi ascoltatori. Sia degli avversari, come anche dei "servi del padrone", cioè dei discepoli e degli apostoli, di quelli che dovrebbero annunciare la vicinanza di Dio ma che rischiano invece di bloccarsi, di vergognarsi di fronte alla apparente debolezza del messaggio.

Nella parabola della zizzania vengono espresse chiaramente due obiezioni:

- I servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". Perché c'è il male, se Dio ha creato tutto buono? Perché continuano ingiustizie e violenze se - come dici - il regno dei cieli è vicino? Perché ci sono gli scandali e le iniquità anche nella Chiesa? Perché cresce la zizzania proprio nel campo del padrone?
- "Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?" Se la prima domanda lascia trasparire l'amara sorpresa dei servi di fronte al male la seconda mostra l'impazienza perché il padrone sembra non intervenire: Perché Dio interviene subito, perché non fa subito piazza pulita? Perché non vuole o non può?
- Altre domande implicite le possiamo vedere dietro i piccoli quadretti del granello di senapa e del lievito. Tutto qui questo Regno dei cieli che predichi? A confronto con altri regni, con altre forze sembra davvero piccolo, insignificante... Quando ti abbiamo seguito pensavamo ad uno sviluppo travolgente, invece siamo ancora quattro gatti... Tanti che sono venuti ad ascoltarti e a farsi curare sono tornati a casa loro... Come pensi di cambiare il mondo con mezzi così deboli, con le nostre povere forze? Sarebbe come una donna che si mette ad impastare mezzo quintale di farina...!

Da dove viene la zizzania?

Il padrone risponde alle domande dei servi e alle nostre obiezioni. Nel campo del padrone non c'è solo il seme buono; c'è anche il seme del nemico. È un seme messo lì di notte, in modo subdolo e inavvertito; un seme che all'inizio può essere confuso col grano buono e che succhia linfa, toglie energie preziose alla terra e la infesta...

Anche nel campo del mondo, nel campo della vita, nel campo della Chiesa ci sono ambiguità e chiaroscuri. Ne dobbiamo prendere atto, è inutile fare gli scandalizzati, pretendere di vedere persone, comunità perfette, dove il bene risplende allo stato puro...

Cosa fare con la zizzania? - la pazienza di Dio

Di fronte ai suoi servi troppo preoccupati e impazienti, il padrone dice "No...Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura". Non è questo il tempo del giudizio ma della pazienza e della misericordia di Dio. I discepoli, non hanno il compito di strappare a destra e a sinistra, di condannare in modo affrettato: farebbero il gioco del nemico. Il compito dei servi piuttosto è quello di far crescere il buon grano, anche in mezzo alla zizzania: di far diventare il male, la colpa, luogo di un bene più grande, con lo stile di Dio, perché "Dove è abbondato il peccato, sovrabbondi la grazia". (Rm 5,20)

Al momento della mietitura... - il giudizio di Dio

Su questa mietitura, si concentrerà la spiegazione che Gesù stesso darà: "La mietitura rappresenta la fine del mondo...". I servi non devono angosciarsi della presenza della zizzania, anche perché una mietitura alla fine ci sarà, ci sarà un'ultima parola definitiva di Gesù che riconoscerà e metterà definitivamente al sicuro tutto il bene compiuto e condannerà il male.

Diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami
Nonostante gli inizi modesti, il piccolo seme del Regno ha la forza di crescere in modo straordinario e sorprendente. È quello che potevano constatare i lettori di Matteo: il piccolo seme che Gesù aveva gettato in Galilea con la sua predicazione e con la sua vita donata, seminata nel campo, il piccolo seme costituito dal primo gruppo di discepoli, era diventato un albero rigoglioso con tanti rami, tante comunità. E tanti "uccelli del cielo", tanti pagani, erano venuti a fare il nido tra i suoi rami.

Il lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata...
Il lievito del vangelo ha una potenza straordinaria: può veramente far fermentare la grande massa della storia. Certo - e questo piccolo quadretto lo sottolinea - ci vuole anche una azdora con due buone spalle, che con pazienza e fatica giri e rigiri la pasta, finché non sia tutta lievitata.

Meditiamo
Forse le obiezioni dei servi sono anche le nostre, forse le parabole che abbiamo ascoltato danno voce anche ai nostri dubbi, ai nostri "Ma..." di fronte al vangelo, alla testimonianza che il Signore ci chiede... Riconosciamoli, affidiamoli a lui, chiediamo il suo aiuto perché la nostra speranza non venga meno, perché il nostro impegno non si blocchi nel lamento e nella delusione.

-Come reagiamo alla vista della zizzania che è in noi, nella Chiesa, nel mondo? Meditiamo anche con l'aiuto del Papa: Si può criticare molto la Chiesa. Noi lo sappiamo, e il Signore stesso ce l'ha detto: essa è una rete con dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e la zizzania. Papa Giovanni Paolo II, che nei tanti beati e santi ci ha mostrato il volto vero della Chiesa, ha anche chiesto perdono per ciò che nel corso della storia, a motivo dell'agire e del parlare di uomini di Chiesa, è avvenuto di male. In tal modo fa vedere anche a noi la nostra vera immagine e ci esorta ad entrare con tutti i nostri difetti e debolezze nella processione dei santi... In fondo, è consolante il fatto che esista la zizzania nella Chiesa. Così, con tutti i nostri difetti possiamo tuttavia sperare di trovarci ancora nella sequela di Gesù, che ha chiamato proprio i peccatori. (Benedetto XVI a Colonia)

-Ci sforziamo di guardare con attenzione le situazioni, di andare oltre la prima impressione, oltre giudizi un po' affrettati e semplicistici che stroncano (tutto male) o mitizzano (tutto bene), e cogliere con maggior equilibrio gli inevitabili chiaroscuri della realtà.

- A volte non è facile distinguere il buon grano e la zizzania nelle concrete situazioni della vita, nelle scelte da compiere, nella complessità delle posizioni, nei tanti pareri diversi, nel guazzabuglio dei pensieri. La meditazione della parola, la preghiera, i momenti di formazione, l'accompagnamento spirituale, l'esame di coscienza e la confessione ci possono aiutare a chiamare le cose col loro nome, a riconoscere il grano che viene da Dio, e anche le erbe infestanti messe dal nemico...

- Ci è mai capitato di veder strappare il grano insieme all'erbaccia, di rimediare al male con un male peggiore? O al contrario di vedere il buon grano crescere e maturare proprio su terreni molto difficili, anche su campi che sembravano molto compromessi? Di vedere testimoni che, proprio in mezzo a tanta zizzania, hanno fatto risplendere il bene, hanno mostrato la fecondità della grazia?

-Cosa vuol dire essere educatori con la pazienza del padrone del campo, con lo stile di Dio?

- Esperienze come la GMG ci fanno proprio vedere come si è esteso il piccolo arbusto di senape, quanti rami ha messo in ogni parte del mondo, quanti "uccelli del cielo" è stato capace di accogliere. Chiediamo di essere capaci di vedere la fecondità del vangelo anche nel nostro quotidiano, nella nostra chiesa diocesana, in parrocchia, in famiglia...

- Il lievito di Gesù è potentissimo. Ha la forza di far fermentare una quantità enorme di farina. Ci crediamo? Crediamo che il vangelo è "lievito" che fa crescere la nostra vita, in tutte le sue dimensioni, la rende buona e fragrante?

- Mescolare il lievito con la farina è una bella immagine che ci parla della quotidiana fatica di mettere il vangelo a contatto con la vita in tutti i suoi aspetti, in tutti i suoi ambienti... Quale la farina che mi trovo ogni giorno a maneggiare? Dove l'"impasto" mi sta venendo meglio? Quando invece lievito e farina sono ancora separati?

Preghiamo
Gesù tu semini il buon grano del vangelo
Gesù, Tu sei il seme che caduto in terra, muore e produce molto frutto (Gv 12,24)
Gesù, donaci il tuo sguardo sul mondo e sulla storia
Gesù, aumenta la nostra fede
Gesù, fa' che ci rallegriamo di ogni bene che cresce
Gesù, rendici lieti nella speranza, perseveranti nella preghiera, operosi nella carità
Gesù, illumina la nostra coscienza
Gesù, aiutaci a smascherare l'opera del Nemico
Gesù, facci riconoscere le erbe infestanti nel nostro cuore
Gesù, dove abbonda il peccato, fa' abbondare la grazia
Gesù, insegnaci a vincere il male con il bene
Gesù, converti chi semina zizzania
Gesù, donaci la tua pazienza
Gesù, fa' che lasciamo a te il giudizio finale
Gesù, donaci il tuo Spirito
Gesù, rendici tuoi testimoni
Gesù, fa' che non ci vergogniamo del tuo vangelo
Gesù, fa' che non ci spaventiamo della nostra piccolezza e debolezza
Gesù, fa' che non ci stanchiamo di impastare la farina
Gesù, ricordaci che chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà (2 Cor 9,6)
Gesù, con te portiamo molto frutto

 
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