04-08-2008 |
"Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciòche rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo leistruzioni che ti ho dato" (Tito 1,5)
Paolo dopo avere evangelizzato (come suo compito principale) lascia ad altri suoi collaboratori il compito di organizzare le comunità di credenti che sono nate. Ciò ci permette di fare due considerazioni.
1) Il senso comunitario dell'agire di Paolo. Egli non è un "tuttofare". Egli crede di avere avuta una missione in ordine all'annuncio, mentre per il resto si affida al'azione di altri apostoli, ritenendo che Dio chieda questo compito a qualcun altro. Abbiamo noi lo stesso senso di collaborazione e disponibilità a lasciar fare anche ad altri?
2) Le comunità vengono a strutturarsi con ruoli anche gerarchici. Il modello iniziale è quello derivato dal giudaismo, cioè costituire un gruppo di "anziani" (presbiteri) a guidad ella comunità. Sappiamo anche noi fare riferimento ai nostri pastori di oggi? In che modo li coinvolgiamo nel nostro cammino di fede (saltuario, costante, evanescente, a sentimento)?
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Affidiamoci tutti preti e laici alla preghiera, affinchè Cristo ci dia la forza di camminare insieme nella grande Famiglia dei figli di DIO verso il suo Regno.