17-08-2008 |
“Siate forti nella tribolazione” (Rom 12,12)
La vita è anche sofferenza. Non possiamo restare solodavanti alla negatività della sofferenza e aspettare la morte per avereun’altra vita migliore come dicono le teorie del buddismo. Siamo chiamati adaffrontare con fortezza e sopportazione la sofferenza, perché il male è statovinto da Cristo e quindi speriamo che prima o poi vivremo una situazione dibenessere. Ma cerchiamo anche un senso al dolore: esso può essere una via dipurificazione personale, di allenamento delle virtù interiori, un modo perimitare Gesù Crocifisso. Stupisce la riflessione di alcuni santi che dicono: “il dolore è una grazia, beato chi la sa accogliere”. Tu come ti poni davantialle sofferenze?
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Un giorno come tanti, pieno di entusiasmo perchè lei accompagna un gruppo di anziani in gita. Improvvisamente il buio, un forte dolore alla testa e lei cade a terra incosciente.
In un attimo arriva il dolore, la sofferenza per lei e per i suoi cari che le sono vicino!
Cosa dire? Tanti sono i pensieri che nascono dentro ciascuno di noi! Chi dice perchè? La sofferenza e il dolore sono giuste per certe persone? Si poteva evitare? ecc.........
Ecco in particolare in questi momenti entra in gioco il nostro credere, la nostra fede, il nostro affidarci alle mani del Signore.
Ma come è difficile! Nel mio lavoro quotidiano sono spesso a contatto con chi soffre, e sembra un paradosso ma stare accanto a loro mi aiuta a coltivare la felicità, una felicità intrecciata a sofferenza eangoscia.
Infatti in questi contesti di vita molti sentimenti si intrecciano: paura, rabbia, dolore ma anche speranza , coraggio, senso d'infinito e gratitudine perchè gli ammalati ti donano tanto, veramente tanto.........
Da ragazza pensavo che per godere le gioie quotidiane, bisognasse accantonare o dimenticare i pensieri sulle sofferenze presenti nel nostro pianeta e attorno a noi che suscitano scoraggiamento e senso di impotenza. Ma la sensazione è cambiata quando ho sperimentato personalmente quali stupefacenti risultati si ottengono portando un semplice sorriso nel dramma.
Ho capito che stare vicino a chi soffre è qualcosa che non si fà solo per gli altri ma anche per se stessi, per scoprire e approfondire il senso della vita.
E' un'occasione per sperimentare ogni volta qualcosa di nuovo ed è difficile dire a parole cosa si prova se non facendone concreta esperienza.
Nello stesso tempo ci possono essere momenti di difficoltà, in cui ti sembra che la tua voce non abbia forza e ciò che dici non abbia ascoltatori ( come dice Silvia nella briciola del 03/08/08).
Ma basta non isolarsi guardarsi attorno, lasciare che gli altri attraverso le loro parole e i loro gesti di condivisione possano entrare in comunione con te, per sentirsi di camminare nel giusto sentiero, quello che ci avvicina a Lui.