23-08-2008 |
“Siate premurosi nell’ospitalità” (Rom 12,13)
Che dire di questa virtù in un tempo di immigrazione? Certo immigrazione vuol dire anche aumento della malavita, aumento delle insicurezze, aumento dei concorrenti lavoratori, aumento della paura. Ma non possiamo fermarci qui, perché non è tutto qui. L’altro, lo straniero, resta sempre unfratello da accogliere. Certo, senza fare sconti sulla giustizia, ma accoglierlo nel suo momento di difficoltà. Interroghiamoci sul modo giusto di ospitarlo, ma non chiudiamo la porta. Tu sei accogliente?
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Gesù riprende i discepoli e dice: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. Anche oggi, se quel messaggio è attuale e noi siamo discepoli di Gesù, dobbiamo pensarci noi, perché Lui ci ha dato tutti i beni della terra, tutte le ricchezze sufficienti per sfamare molti, molti più di quanti oggi abitano il pianeta. Noi invece ci impossessiamo ben più di quanto serve, ed in buona parte lo sprechiamo per tenere alti i prezzi sul mercato. Dovremmo chiederci come mai nel tempo siamo arrivati a queste chiusure. Certamente tra chi ha inventato il messaggio e chi poi l’ha dovuto portare avanti, si è spezzato qualcosa. Forse, dovremmo iniziare dal considerare tutti, compresi gli ultimi, i più disperati, i più lontani da noi per cultura e abitudini, come nostri fratelli.