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Spiritualità della strada di G. Basadonna |
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25-08-2008 |
Questo brano è contenuto nel libretto di matrimonio di una coppia di amici Scout ed è tratto da Spiritualità della strada di G. Basadonna:
...Mettersi
per strada per toccare con mano cosa significa "cercare", cioè sapere e non
ancora vedere, sentire la mancanza di qualcosa che preme e di cui si ha
bisogno, avvertire un vuoto che non può restare ed esige di essere colmato. Il
coraggio di uscire, di abbandonare ripari e difese troppo spesso limitanti, di
rinunciare a quanto già si ha per ottenere ciò di cui si avverte il bisogno:
questo è mettersi per strada. C'è sempre qualche motivo per restare dove si è,
per continuare come si è, per non partire. Ma è paura, perché vero invece è il
nostro estremo bisogno di cambiare, di crescere, di conoscere, di rispondere
agli interrogativi più urgenti che battono dentro di noi. Ci si mette per
strada: un senso di sgomento e di ansia ci assale. Si avverte subito la propria
piccolezza e tutto sembra così difficile. Ma poi, appena si comincia, appena la
strada si snoda sotto i nostri passi, ci si accorge che, come le nebbie del
mattino, la paura si dilegua e adagio adagio sorge il sole. Caratteristica
della STRADA è il suo continuare:
ogni route comporta un susseguirsi di tappe. Arrivare e partire, piantare la
tenda e disfarla il giorno dopo, fermarsi a dormire per riprendere la strada. Così si
apprende il valore di un sacrificio, la nobiltà e l'importanza di spendersi per
qualcosa, la liberazione che nasce da una decisione coraggiosa portata fino in
fondo. Il piacere di arrivare, di porsi una meta e raggiungerla, il piacere
di vedere crescere dentro di sé qualcosa che si è intravisto come necessario
alla propria pienezza umana, è il piacere del vivere il piacere dell'essere
libero e del sentirsi realmente costruttori di se stessi. Ma non si arriva se
non per ripartire. Quando fa giorno si riparte. La tenda viene ripiegata, si
cancella ogni traccia, e si va, portando nel cuore quella ricchezza di cose e
di persone che si è vissuta. Poi, un'altra tappa, un altro incontro con altre
persone e altre cose; ma le stelle saranno ancora quelle, ancora quelle le
nuvole, l'acqua, il fuoco, ancora quella la gioia dell'arrivare. Non si sta
fermi: siamo fatti per camminare, per crescere, per divenire. La verità del
nostro essere liberi e intelligenti ci fa capire che là dove siamo ora non è
che una tappa e che la strada è ancora lunga. "C'è una lunga lunga traccia..."
che si perde nel cielo, che scavalca il tempo e approda all'eterno: ma intanto
si cammina. Se fin qui si è goduto nella ricerca, nell'incontro, nello stupore
dei paesaggi e delle esperienze interiori, quanto ancora c'è da godere,
continuando con un bagaglio che si fa sempre più ricco! Arrivare e partire. Il
senso del nuovo che ogni giorno si apre ai nostri occhi e al nostro cuore. C'è
sempre un "ancora", un "più", un "domani": "già" e "non ancora", per tutto
quello che si è e per quello che domani saremo, per noi e per il mondo intero.
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