30-08-2008 |
“Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.” (Rom 8,25)
“C’è bisogno di una speranza grande che faccia «preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi ed alla miseria di molti»; solo «adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un’equa distribuzione delle risorse, sarà possibile instaurare un ordine giusto e sostenibile».
Si apre qui uno spazio importante per l’impegno delle comunità ecclesiali: la dimensione educativa, che da sempre caratterizza la loro azione, oggi deve esprimersi anche nella capacità di formare a comportamenti sostenibili. Si tratta, in particolare, di ridurre quei consumi che non sono realmente necessari e di imparare a soddisfare in modo ragionevole i bisogni essenziali della vita individuale e sociale. In questa direzione, sarà possibile valorizzare in forme nuove quella tradizione di essenzialità che caratterizza tante comunità religiose, facendola diventare pratica quotidiana per tutte le realtà cristiane. È pure necessario promuovere un’attenzione per tutti quegli accorgimenti per la riduzione dell’impatto ambientale messi a disposizione dalla scienza e dalla tecnica, in campi quali la mobilità, il riscaldamento e l’illuminazione.
In generale, è fondamentale la cura per un uso efficiente dell’energia, come pure la valorizzazione di fonti energetiche rinnovabili e pulite.
Un efficace rinnovamento delle pratiche – personali, familiari e comunitarie – non potrà realizzarsi senza una vera e propria «conversione ecologica», cioè senza uno sguardo rinnovato sulle nostre esistenze e sui beni che le caratterizzano.” (Messaggio CEI ).
Come si può vivere la sobrietà?
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