briciola 19-09-2009 |
19-09-2009 | |
Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza.(Sal 100) Il salmo della liturgia di oggi è un inno a Dio, contemplato nella sua bontà, misericordia e fedeltà. E' da questa contemplazione che sgorga la gioia. Dio è gioia, come ci ha detto Gesù: "perchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11). Ecco allora la sorgente della gioia: se stiamo davanti a Dio possiamo trovare la risposta a quel desiderio di felicità, di pienezza, di realizzazione che ci portiamo addosso. Se stiamo davanti a Dio giusto giudice delle cose, sapremo imparare a ridere anche dei nostri difetti (prima di tutto) , poi a relativizzare quelli altrui. Le tue occupazioni di oggi siano fatte con gioia. Grandi cose ha fatto il Signore per noi e grandi cose compirà il Signore per noi e attraverso di noi. Riesci a cantare mentre cammini? Commenti (2)
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Scritto da Renato, 20 settembre 2009, 17:02 ... Scritto da chicco di grano, 19 settembre 2009, 21:08
In una giornata ci possono essere tante occasioni come un lavoro riuscito,un interrogazione andata bene,una vittoria nello sport,ecc....che fanno scaturire gioie frizzanti che ci fanno brillare gli occhi ed esultare di felicità.
Ma mi chiedo la gioia di cui ci parla Gesù,sembra tante volte non avere lo stesso effetto. Pensiamo a come usciamo dalla chiesa:pur avendo incontrato Gesù,dai nostri volti non traspare questo dono che Lui ci fa. Forse perche non suscita forti emozioni o forse suscita emozioniche per quanto piacevoli,passano in fretta e ci lasciano spenti? Per un credente ,la gioia vera è frutto dell'incontro con il Signore.E' una gioiasemplice e duratura che scende nel profondo del cuore e che in ogni momento della nostra vita felice o faticoso ,lineare o tortuoso, dona la certezza di avere sempre GESU' al nostro fianco. Penso che il canto nel nostro cammino sia vero e sincero se impariamo a distinguere le gioie simili a "fuochi di paglia" da quella gioia-serenità che rimane nel cuore di chi ama DIO e desidera condividerla con chi gli passa accanto. Scrivi un commento
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E così, noi che dovremmo essere sale per il mondo, noi che dovremmo portare acqua che disseta, luce che scaccia il buio, siamo insipidi, incapaci di dissetare gli altri, di dare loro uno spiraglio di luce. Non ho una spiegazione certa a questo, ma temo che la ragione vada ricercata nel fatto che in realtà quell'incontro con Gesù non è avvenuto, o, per lo meno, è stato tiepido, non ha acceso in noi alcun fuoco. Oppure, abbiamo pensato di incontrare un qualcuno a cui chiedere favori, per la nostra salute, per il nostro lavoro, per i nostri cari e se qualcosa non è andato secondo le nostre aspettative siamo delusi, non mostriamo gioia sul volto. Penso che, dopo l’incontro con quel Cristo crocifisso, ma poi risorto, dovremmo uscire dalla chiesa e continuare a vedere il suo volto in quello di tutte le persone che incontriamo, le simpatiche come le antipatiche, quelle che ci risultano piacevoli come quelle che ci infastidiscono, andare loro incontro con un sorriso, con gioia e dire: “Di che hai bisogno? Posso esserti utile?”. Quanti di noi sono usciti oggi dalla S.Messa decisi a mettere in pratica la frase di Gesù: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
In una società dove sta crescendo la paura per il “diverso”, dove anche noi cristiani ci chiudiamo sempre più nel nostro “io” per paura dell’altro, credo che solo l’incontro vero con Cristo può darci una gioia così forte da vincere ogni paura per farci servitori di tutti.