Vangelo di domenica 11 settembre |
11-09-2016 | |
IL FIGLIOL PRODIGO Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato (Lc 15.31-32) Quante volte abbiamo ascoltato questa parabola? Ma essa non finisce mai di stupirci e di rivelarci il volto misericordioso del Padre di Gesù e il nostro volto di figli e fratelli, invitati alla festa del perdono. Un volto che rischiamo di dimenticare, di deformare. IL PADRE DI GESÙ Dividere le sostanze, lasciar partire il figlio, aspettarlo, vederlo da lontano, commuoversi, corrergli incontro, gettarsi al collo, baciarlo, fare festa, uscire a pregare l’altro figlio: sono azioni impensabili per un padre, soprattutto in quel tempo... Ma è questo il ritratto che Gesù ci offre di suo Padre: un Padre incredibile, un Padre-Madre che si commuove per ognuno di noi, un Padre che rimane tale anche quando i figli non lo riconoscono più; un Padre che è sempre in cerca dei suoi figli perduti, un Padre che fa festa, che vuole condividere tutto, che non calcola, che ama gratuitamente. Tra le azioni e le parole del padre, quali sottolineiamo? Quali ci sorprendono di più e ci rivelano la grandezza dell’amore gratuito di Dio? Quale volto di Dio Gesù ha raccontato e mostrato col suo atteggiamento? Quali false immagini di Dio ha corretto? IL FIGLIO PERDUTO LONTANO Il figlio minore nega il legame con il padre, lo considera ormai come morto. E comincia un viaggio che diventa un errare senza meta fino a perdersi e a perdere tutto nella sua vita dissoluta. Credeva di essere libero e si ritrova servo. Voleva la bella vita, ora si trova scalzo, lacero e affamato, trattato molto peggio dei braccianti di suo padre, in terra pagana, tra i porci, nel degrado totale. Anche quando la fame lo porta a riflettere, a guardare in faccia la realtà, non pensa di poter tornare a casa come figlio, ma solo come salariato, per mangiare. La sua dignità di figlio se l’è ormai irrimediabilmente giocata. Quante storie ripercorrono tristemente le vie di questo figlio ingrato e ribelle, quanti – e non solo giovani – si perdono dietro illusorie proposte di libertà … Quanti cercano la felicità lontano da Dio? Preghiamo il Padre per tutti i figli dispersi ... Per chi si trova lontano da lui e non è ancora rientrato in se stesso, per chi si sta buttando via, calpestando la sua dignità, per chi vive da dissoluto e magari non prova neanche rimorso; per chi invece si considera ormai perso e irrecuperabile e si sente indegno dell’amore di Dio … Intere nazioni, intere società in poco tempo si sono allontanate dalla casa del Padre, hanno sperperato i suoi beni, hanno buttato via secoli di Vangelo. E sembrano anche evolute, ordinate, tranquillamente atee, come il figliol prodigo prima che finiscano i soldi. Ma quanto potranno ancora vivere di rendita? In quanti modi si esprime oggi il disagio del figlio che, dice “Io qui muoio di fame! Sto male, non ce la faccio più".... Non è automatico che questo disagio riporti al Padre e si apra al perdono, che la sofferenza salvi. STIAMO ATTENTI A DIRE CHE IL DOLORE E LA SOFFERENZA FAN BENE, CHE BISOGNA TOCCARE IL FONDO. LA CRISI PUÒ ESSERE CATTIVA MAESTRA. IL VIZIO PUÒ INGHIOTTIRE! SI È TRASCINATI ANCORA PIÙ IN BASSO! SI PUÒ CARICARE DI SENSI DI COLPA SE STESSI O GLI ALTRI! (E. Bianchi, in cattedrale a Faenza) IL FIGLIO PERDUTO IN CASA Lavorare con poca gioia e molta rabbia, invidiare chi ne fa meno, vivere nel lamento e nella rivendicazione permanente, non riuscire più a pronunciare le parole della fraternità, non riuscire a far festa e a rallegrarsi, ricordare sempre le ingiustizie e i torti, aprire i conti di dare e avere, vedere solo nemici e concorrenti, non accettare la propria e l’altrui fragilità, non sentirsi come figli corresponsabili ma come servi in una famiglia, nella Chiesa... Il figlio maggiore che è in me è capace di tornare a casa? Posso essere ritrovato come è stato ritrovato il figlio più giovane? Come posso tornare quando mi sono perso nelle spire del risentimento, quando sono divorato dalla gelosia, quando mi trovo imprigionato nel dovere vissuto come una schiavitù? (cfr. J.M. Nouwen, L’abbraccio benedicente) LA MISERICORDIA CONTESTATA Il figlio maggiore contesta il Padre, come i farisei e gli scribi mormorano contro Gesù, come la mentalità contemporanea sembra opporsi al Dio di misericordia e tende ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa di misericordia. (cfr. Giovanni Paolo II, Dives in misericordia) "Riceve i peccatori e mangia con loro". Noi con quelli lì? Mai, non siamo come gli altri! È troppo arrendevole quel padre, si fa ingannare due volte! Altro che festa, ci vorrebbero un sacco di legnate! Chi sbaglia paga! Se no quel disgraziato se ne approfitterà un’altra volta, non imparerà mai…Facciamo emergere tutte le nostre resistenze di fronte alla scandalosa misericordia raccontata da Gesù. Come Gesù, ci stiamo beccando qualche critica per troppa misericordia, per troppa accoglienza, per troppa pazienza, per le nostre frequentazioni poco rassicuranti? Buon segno! LA GIOIA DEL PERDONO LA MISERICORDIA È LA VERA FORZA CHE PUÒ SALVARE L’UOMO E IL MONDO DAL “CANCRO” CHE È IL PECCATO, IL MALE MORALE, IL MALE SPIRITUALE. SOLO L’AMORE RIEMPIE I VUOTI, LE VORAGINI NEGATIVE CHE IL MALE APRE NEL CUORE E NELLA STORIA. SOLO L’AMORE PUÒ FARE QUESTO, E QUESTA È LA GIOIA DI DIO! (Papa Francesco) Come esprimiamo e celebriamo la gioia del perdono dato e ricevuto? Confessarci per noi è una gioia? Viviamo anche la Messa come festa del perdono? Ne valorizziamo i momenti penitenziali? Molto facilmente veniamo a conoscere tristi storie di degrado. Conosciamo e raccontiamo anche gioiose storie di risurrezione, di figli ritrovati, di fratelli che hanno recuperato la loro dignità? MISERICORDIA ED ECONOMIA La nostra parabola presenta interessanti risvolti economici. Per i soldi si può sbattere la porta di casa, si può litigare tra fratelli, ci si può rovinare, si possono trattare gli altri come schiavi. Ma con gli stessi beni si può rendere giustizia, si può ridare la dignità perduta, si può far festa. Cosa vuol dire per noi fare entrare la misericordia, la fraternità nella gestione dei beni, nell’economia? MISERICORDIA E FAMIGLIA Anche la famiglia del nostro racconto, come tutte le famiglie della Bibbia, non è una famiglia perfetta, c’è qualcosa che non va: dov’è finita la madre? E che aria doveva tirare in casa anche prima della partenza del figlio più giovane e nel lungo periodo della sua assenza? Che dialogo ci doveva essere tra padre e figli? Eppure anche quella casa conoscerà la festa, la musica e le danze. Che bell’annuncio di gioia e di perdono per le nostre relazioni familiari! Prima ancora che modello di comportamento – perché forse è un po’ pericoloso fare in tutto come quel padre – il nostro racconto è un vero Vangelo per le nostre famiglie! PREGHIAMO IL VANGELO Sei l’amico dei pubblicani e dei peccatori Sei il pastore in cerca della pecorella smarrita Ci riveli il volto incredibile di tuo Padre Sei il Figlio che ci fa figli, il Fratello che ci rende fratelli Non sei venuto a condannare, ma a salvare Fai festa per ogni peccatore pentito, ci rendi la gioia di essere salvati Raccogli nella tua Chiesa l’umanità disgregata dal peccato Vuoi fare degli uomini una sola famiglia Ci chiedi di diventare misericordiosi come il Padre tuo Ci inviti a superare confronti, rivalità, risentimenti Affidi alla tua Chiesa il ministero della riconciliazione Nell’Eucaristia continui ad invitarci alla tua festa. Commenti (0)
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