San Savino
21-06-2012
La biografia del Santo appare incerta e frammentaria, la tradizione lo vuole nativo di Sulmona in Umbria, e per alcuni anni, eremita presso la selva Liba (nelle vicinanze di Fusignano). La leggenda asserisce che in seguito all'apparizione di un angelo durante il suo romitaggio fu spinto all'evangelizzazione della zona tra Spoleto ed Assisi. La testimonianza del suo passaggio in questi luoghi potrebbe essere riscontrata dalla presenza di un monte nella zona che si chiama Costa San Savino. La sua presenza ad Assisi invece è certa, in quanto in questa città ricopri il soglio episcopale verso la fine del III secolo e l'inizio del IV. In questo periodo, in seguito agli editti di Diocleziano e Massimiano, la persecuzione colpì duramente anche Savino, al quale vennero amputate le mani. Secondo una leggenda devozionale, avrebbe "ridonato" la vista a un cieco mentre si trovava imprigionato, suscitando l'interesse del suo stesso persecutore, vittima di una grave malattia della vista. Savino lo avrebbe incontrato, guarito e convertito, destando così le ire imperiali, tanto da essere bastonato a morte.
Fu sepolto a Spoleto, per essere traslato in seguito a Fusignano. Da qui, al tempo di Astorgio II Manfredi signore di Faenza, conte di Bagnacavallo e di Fusignano, venne trasferito a Faenza, tra il 1438 ed il 1444, dove attualmente risiedono ancora le sue spoglie, che si trovano nella cappella dedicata al Santo all'interno della cattedrale cittadina.



Inno ai martiri

O beati martiri,
o grappoli umani della vite di Dio,
il vostro vino inebria la Chiesa;
luci gloriose e divine,
che avete accettato con gioia tutti i tormenti
e vinto gli iniqui carnefici;
gloria alla potenza che vi ha assistito
quando combatteste!
Il Dio venuto per la nostra salvezza
abbia pietà di noi.



Diocesi di
Faenza – Modigliana:

Germogli di Santità
della nostra terra


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San Savino
Vescovo

Se lui è diventato
santo, perché non posso
diventarlo anch’io?

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