Vado misurando...
07-02-2009
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Vado misurando le vie del mondo con Te nel cuore (by MM)
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Scritto da ..., 07 ottobre 2012, 16:24
lAbitare il silenzio, lasciarsene abitare.



Il silenzio ha il potere di restituire all’uomo il suo tempo.

Nel silenzio ogni cosa si dilata, acquista una dimensione nuova che, tuttavia, è la sua reale dimensione.

Nel silenzio ogni respiro diviene il respiro stesso dell’universo; il tempo interseca l’eterno.

Se l’uomo che ha conquistato il silenzio se ne lascia abitare, qualsiasi altra attività egli si trovi a svolgere sarà da esso permeata. E così tutte le cose da lui compiute potranno ritrovare la loro vera dimensione. Egli scoprirà come in ogni singolo istante, in ogni singolo gesto vive e si dispiega l’eterno.
«Il silenzio non ci manca, perché lo abbiamo. Il giorno in cui ci mancasse, significherebbe che non abbiamo saputo prendercelo. Tutti i rumori che ci circondano fanno molto meno strepito di noi stessi. Il vero rumore è l’eco che le cose hanno in noi. Non è il parlare che rompe inevitabilmente il silenzio. Il silenzio è la sede della Parola di Dio e se, quando parliamo, ci limitiamo a ripetere quella parola, non cessiamo di tacere. I monasteri appaiono come i luoghi della lode e come i luoghi del silenzio necessario alla lode. Nella strada, stretti dalla folla, noi disponiamo le nostre anime come altrettante cavità di silenzio dove la Parola di Dio può riposare e risuonare».

(Madeleine Delbrêl, “Noi delle strade”)
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Scritto da chicco di grano, 16 gennaio 2012, 00:19
Se vuoi allenarti a stabilire dei contatti, devi esercitarti dapprima a guardare.
Per guardare, cammina lentamente, datti la pena di fermarti e sii intelligentemente curioso di tutto ciò che può permetterti di conoscere meglio gli uomini: la loro vita professionale, familiare, i loro svaghi, il loro quartiere; i loro gusti, le loro aspirazioni, le loro difficoltà, le loro lotte...
Bisogna aver sete di conoscere per comprendere e amare.
Per stabilire il contatto non basta scorgere l'altro, bisogna accoglierlo.
C'è una crisi di alloggi assai più grave che la carenza di abitazioni, è la penuria di uomini interiormente disponibili per i loro fratelli.
Sii una casa sempre aperta, con "ingresso libero".
Senza alcun "attenti al cane!" che faccia star lontano: il tuo carattere, il tuo orgoglio, il tuo egoismo, la tua gelosia, la tua ironia, la tua sgarbatezza, la tua poca delicatezza.
Affinché l'altro non si ritiri dicendo: "Non ho osato, avevo paura che mi rifiutasse, che ponesse distanze, che non mi capisse...".
Senza nessuna attesa che faccia esitare: subito libero, non fosse che per una stretta di mano o per un sorriso se non ha il tempo di far sedere il visitatore.
Un minuto di attenzione "totale" basta per accogliere l'altro.
Nessun mobile ingombrante: l'appartamento è vuoto, disponibile.
Non imporre i tuoi gusti, le tue idee, il tuo punto di vista.
Senza "pretese" che pesano: se offri qualche cosa, fallo gratuitamente, non aspettarti nulla in cambio.
Nessun vincolo: si entra, si esce a piacere, senza formalità, senza impegni.


Gesù un giorno ti dirà: "Grazie per quel rifugio nel tuo cuore...".


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