briciola 07-10-2011
07-10-2011
GIOVANNI PAOLO II E IL ROSARIO
Lo stemma episcopale di Giovanni Paolo II su campo azzurro ha una Croce ed una “M”: come più volte spiegherà il Pontefice questi segni vogliono essere la spiegazione simbolica del brano del Vangelo di Giovanni in cui è raccontata la Crocifissione di Gesù: “Gesù allora,vedendo la Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre:‘Donna, ecco il tuo figlio!’. Poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua Madre!’. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19, 25-27). La Crocee la “M” vogliono dunque rappresentare la Croce di Cristo ai piedi della quale sosta Maria, la quale è donata quale Madre a tutta la Chiesa da suo Figlio crocifisso. Il Papa riconobbe questo dono in tutta la storia della Chiesa, e affermò in svariate occasioni che Maria accompagna ogni uomo nel pellegrinaggio di fede, speranza e carità “verso l'unione sempre più intensa con Cristo, unico salvatore e mediatore della salvezza”. Spiegando invece il motto episcopale,Giovanni Paolo II scrisse “il motto Totus tuus è ispirato alla dottrina di san Luigi Maria Grignion de Montfort. Queste due parole esprimono l'appartenenza totale a Gesù per mezzo di Maria: “Tuus totus ego sum, et omnia mea tua sunt", scrive san Luigi Maria; e traduce: “Io sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio ti appartiene, mio amabile Gesù, per mezzo di Maria, tua santa Madre”(Lettera ai religiosi e religiose delle Famiglie Monfortane dell’8 dicembre2003, n. 1). L’appartenenza a Cristo per mezzo di Maria si esprime per il Papa in una sincera devozione alla Madonna: Giovanni Paolo II si affida a Lei in ogni occasione, come mezzo e strumento per conformarsi sempre di più al suo Signore: scrive infatti “essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo,ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un'anima a Nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un'anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo” (Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae” del 16 ottobre 2002, n. 15).
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