La pace è la vera notizia |
14-05-2018 | |
Il miglior antidoto contro le falsità non sono le strategie, ma le
persone: persone che, libere dalla bramosia, sono pronte all'ascolto e
attraverso la fatica di un dialogo sincero lasciano emergere la verità;
persone che, attratte dal bene, si responsabilizzano nell'uso del
linguaggio. Se la via d'uscita dal dilagare della disinformazione è la
responsabilità, particolarmente coinvolto è chi per ufficio è tenuto ad
essere responsabile nell'informare, ovvero il giornalista, custode delle notizie.
Egli, nel mondo contemporaneo, non svolge solo un mestiere, ma una vera
e propria missione. Ha il compito, nella frenesia delle notizie e nel
vortice degli scoop, di ricordare che al centro della notizia non ci sono la velocità nel darla e l'impatto sull'audience, ma le persone.
Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone. Per
questo l'accuratezza delle fonti e la custodia della comunicazione sono
veri e propri processi di sviluppo del bene, che generano fiducia e
aprono vie di comunione e di pace.
Desidero perciò rivolgere un invito a promuovere un giornalismo di pace, non intendendo con questa espressione un giornalismo "buonista", che neghi l'esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati. Intendo, al contrario, un giornalismo senza infingimenti, ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboanti; un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle - sono al mondo la maggioranza - che non hanno voce; un giornalismo che non bruci le notizie, ma che si impegni nella ricerca delle cause reali dei conflitti, per favorirne la comprensione dalle radici e il superamento attraverso l'avviamento di processi virtuosi; un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale. Per questo, ispirandoci a una preghiera francescana, potremmo così rivolgerci alla Verità in persona: Signore, fa' di noi strumenti della tua pace. Facci riconoscere il male che si insinua in una comunicazione che non crea comunione. Rendici capaci di togliere il veleno dai nostri giudizi. Aiutaci a parlare degli altri come di fratelli e sorelle. Tu sei fedele e degno di fiducia; fa' che le nostre parole siano semi di bene per il mondo: dove c'è rumore, fa' che pratichiamo l'ascolto; dove c'è confusione, fa' che ispiriamo armonia; dove c'è ambiguità, fa' che portiamo chiarezza; dove c'è esclusione, fa' che portiamo condivisione; dove c'è sensazionalismo, fa' che usiamo sobrietà; dove c'è superficialità, fa' che poniamo interrogativi veri; dove c'è pregiudizio, fa' che suscitiamo fiducia; dove c'è aggressività, fa' che portiamo rispetto; dove c'è falsità, fa' che portiamo verità. Amen. MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA 52ma GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI« La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace» Commenti (0)
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