13 settembre: Colletta per la Terra Santa
05-09-2020
Poco più di un anno fa eravamo pellegrini in Terra Santa, assieme ai giovani della diocesi e a tanti altri pellegrini di tutto il mondo: ovunque si incrociava qualcuno con i suoi canti, le sue preghiere. Dalle strette vie della Gerusalemme vecchia, a Nazaret a Betlemme… persino nel deserto abbiamo condiviso la Messa con un altro gruppo. Quest’anno niente. La pandemia ha svuotato la Terra Santa di pellegrini e ha acuito i problemi e la precarietà di quei territori.
Ecco perché particolarmente quest’anno è importante la Colletta per la Terra Santa che è stata spostata dal Venerdì Santo al 13 settembre, la domenica più vicina alla Festa della Esaltazione della Croce.

Si tratta di un piccolo gesto, un grande aiuto - ricorda padre Patton, Custode di Terra Santa - che permette ai frati della Custodia di continuare una storia, lunga ormai otto secoli, fatta di vicinanza spirituale e materiale ai cristiani locali, “pietre vive” dei Luoghi Santi della Cristianità, dal Santo Sepolcro, alla Basilica della Natività, fino ai santuari meno noti. Ma la colletta, consente anche di sostenere l’azione pastorale delle parrocchie affidate alla Custodia; garantire un’istruzione e un’educazione di qualità a più di 10 mila studenti che frequentano le nostre scuole; aiutare le giovani famiglie a trovare una casa; assistere i lavoratori migranti cristiani; stare accanto alle popolazioni colpite dalla guerra in Siria e ai rifugiati sparsi ormai nei vari Paesi in cui viviamo la nostra missione.
Un gesto di solidarietà e di condivisione che assume un significato e un valore tutto particolare perché giunge in piena pandemia da Covid-19 che ha messo in ginocchio tutto il mondo e non solo alcuni Paesi. Un tempo di sofferenza globale. Ci sono Paesi nei quali non è possibile lavorare in smart working e attuare il lockdown perché la gente rischierebbe di morire di fame. Penso in particolare a quello che ci raccontano i nostri frati in Libano e in Siria. In queste nazioni non è possibile chiudere tutto perché verrebbe a mancare anche il minimo necessario per vivere. Nonostante il Covid-19 confidiamo nella solidarietà e nella condivisione della Chiesa universale verso la nostra piccola comunità cristiana di Terra Santa. Una minoranza il cui numero è leggermente cresciuto ma che raggiunge a stento il 2%, la cui vita in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente somiglia sempre più a “una Via Crucis, segnata da conflitti, indifferenza e adesso anche dalla pandemia”.

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