È diventato beato il giudice Livatino, martire della giustizia e della fede, ucciso dalla mafia nel 1990. Membro dell’Azione Cattolica, il giudice Livatino si è alimentato nella preghiera, nella Messa, nella fede e nei valori respirati in famiglia; ha vissuto la ricerca della giustizia e del diritto come vocazione e come forma alta di carità. Preparato, di poche parole ma estremamente determinato ed efficace nel suo lavoro.
È stato proclamato beato il 9 maggio, anniversario delle parole fortissime che Giovanni Paolo II pronunciò a braccio ad Agrigento: Questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: “Non uccidere”: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio! Il papa aveva appena incontrato i genitori di Livatino.
È stato proclamato beato il 9 maggio, anniversario delle parole fortissime che Giovanni Paolo II pronunciò a braccio ad Agrigento: Questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: “Non uccidere”: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio! Il papa aveva appena incontrato i genitori di Livatino.
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