Gli apostoli raggiungono Gesù e lo travolgono di racconti, di storie, sono felici, stanchi ma entusiasti dei “consensi” ricevuti.
Quante volte i consensi ci appagano, ci fanno sentire bene, ci fanno sentire giusti.  
Sapere di essere “bravi” perché facciamo bene il nostro lavoro, ci occupiamo con dedizione della famiglia e della casa, andiamo in Chiesa.
Gesù osserva i suoi apostoli, conosce il loro impegno e la loro passione ma li invita a seguirlo in un posto isolato, a riposare.
Gesù ci invita a riflettere sulle vostre vite, a ritirarci in disparte per recuperare l’essenziale.
Dobbiamo “scappare dai riflettori” e ritrovare il filo che lega la nostra vita con il messaggio cristiano, parola e opere. Abbiamo sempre più bisogno di incontrare Gesù in disparte, per ricaricarci del suo messaggio, del suo amore, della sua Parola e non lasciarla confinata al messaggio del Vangelo della domenica.
Quando Gesù e gli apostoli scendono dalla barca, la folla li ha seguiti, assetati e affamati, in cerca di una guida e Gesù li accoglie.
A volte ci ritroviamo spaesati, guidati dalle abitudini, dai tempi della vita, quasi travolti da una routine e da tutta una serie di impegni ed oneri che ci muovono come fossimo burattini nelle mani del tempo.
Gesù ci invita a ritirarci in disparte, a riposarci un po’, a riempirci della sua Parola e a metterci in ascolto attraverso la preghiera.
Quello che ne deriva quando siamo in grado di farlo è sorprendente: è ritrovarci strumento della volontà del Padre.

Matteo e Mara