Dal Vangelo di Domenica 10 Ottobre
09-10-2021
28^ domenica del tempo ordinario
Mc 10,17-30

Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

Leggendo il vangelo di oggi, la prima cosa che mi ha catturato è l’atteggiamento che ha l’uomo nell’avvicinarsi a Gesù. Egli corre e si getta in ginocchio. Non so se costui l’abbia visto per strada o abbia sentito altrove del suo passaggio e si sia precipitato in strada per incontrarlo. Ciò che mi colpisce è la foga del gesto, che esprime tutta la fiducia che ripone in questa persona. Fiducia espressa anche dall’espressione maestro buono. Ed è con questo atteggiamento che mi piacerebbe rivolgermi a lui anch’io, mentre invece si muovono spesso lenti e timidi passi, quasi con timore.
Altro passaggio per me chiave è la chiamata “Vieni e seguimi”, questa ci è stata raccontata fin da quando eravamo piccoli, da persone che vi hanno risposto, ognuno a modo suo, con coraggio e fede. E rileggendo questi versi non posso fare a meno di ripensare alle loro parole ed alle sensazioni che suscitarono in me. Tornando al presente, mi accorgo però di non essere in grado di rispondere pienamente sì e le parole di Gesù rimangono ancora un invito a metà, come per il ricco che afflitto muove altrove, perché non è pronto a rischiare.
Mi portano però speranza la risposta alla domanda “E chi mai si può salvare?”, ricordarsi che non ci si salva da soli è di grande conforto perché ricorda che sempre in due si è sul cammino, che quindi si può cercare sostegno nel compagno e aiuto nei momenti di difficoltà. Intestardirsi sulle proprie forze può esser deleterio, certi obbiettivi vanno oltre le capacità umane, ma ciò non spaventa se ci si ricorda di chi è al nostro fianco.
Dell’ultima frase mi rimangono impresse le parole “insieme a persecuzioni”. Gesù parla al presente, di ciò che oggi ci si aspetta quando si risponde alla sua chiamata. Non vuole nascondere le difficoltà che si incontreranno e che possono spaventare anche qui. Nel nostro quotidiano, magari parlando con amici o conoscenti che non sono credenti e sembrano storcere il naso di fronte a certi discorsi, si sente a volte un conflitto interiore tra ciò in cui si crede e la paura di guastare un incontro, o sentirsi meno agli occhi dell’altro.

Salvatore
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