Come stare davanti alla morte? |
29-10-2007 | |
Novembre è il "mese dei morti". È un mese triste, per il ricordo delle persone che erano accanto a noi e per ciò che affiora nel nostro animo: il pensiero della nostra morte. Attorno a noi troviamo approcci diversi. Il mese inizia con le "feste di Halloween", piene di spiriti e di "morti viventi", più o meno propensi a incutere paure. In chiesa ci vengono proposte invece le figure dei santi, che ora crediamo "beati". Come possiamo aiutarci a vivere questi giorni e più in generale, ad affrontare gli eventi luttuosi? Una massima spirituale di un tempo diceva "ricordati che devi morire". Io credo che dovremmo parlarne un po' di più, tra noi, della morte. Forse cambierebbero molti modi di fare... e di accumulare! Tu che ne pensi?
Commenti (2)
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Scritto da Valentina, 01 novembre 2007, 16:27
In questi giorni ho letto un’intervista ad A. Grün, il monaco tedesco, teologo, esperto di spiritualità e psicologia, sul tema della morte. Egli dice: «Chi soffre per la perdita di una persona cara si sente spesso abbandonato. La sua immagine di Dio è come infranta. Quello che posso fare all’inizio è dirgli che prego per lui o chiedergli se vuole che preghiamo insieme. Gli posso augurare che l’angelo della sofferenza lo accompagni e lo sostenga, ma senza pronunciare parole devote. […] Invece di pronunciamenti teologici per parlare del mistero della morte e della vita eterna, meglio usare delle immagini. Una è quella della casa che Cristo ha preparato per noi (Gv 4, 1 e seguenti). La persona che “perdiamo” porta con sé qualcosa di noi attraversando la soglia della morte. Porta con sé tutta la gioia e il dolore che abbiamo condiviso con lei e li usa per ornare questa casa celeste. Così, quando anche noi moriremo, troveremo una dimora già preparata e addobbata per noi da chi ci ha preceduto».
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