02-04-2008: "Celebrare bene la Liturgia": incontro con il nostro vescovo
08-04-2008

CELEBRARE BENE LA LITURGIA

Mons. Claudio Stagni

AGLI ANIMATORI LITURGICI DELL' UNITA' PASTORALE "Mater Ecclesiae"
Chiesa del Paradiso 3-4-08

LA LITURGIA SI COGLIE A TRE LIVELLI
1) quello più profondo è la presenza del Mistero di Dio, per opera dello Spirito Santo
2) a livello più immediato c'è la celebrazione ad opera della Chiesa
3) più immediatamente ci sono le singole leggi (rubriche) liturgiche (che però si spiegano alla luce dei due livelli suddetti.
E' necessario, per arrivare ad una buona celebrazione, mantenere questa unità tra i tre livelli. Quindi un'unità tra fede - senso liturgico - disciplina comunitaria.

IL SOGGETTO CELEBRANTE
E' la Chiesa tutta, cioè un popolo radunato nella fede in obbedienza alla Parola e che è in comunione anche con la Chiesa del cielo.

UN DATO IMMUTABILE
E' la sproporzione che c'è e ci sarà sempre tra il segno e la realtà divina significata. La verità è che nella liturgia avviene un contatto tra materia e divino, ma per l' opera dello Spirito Santo. Poi per quanto riguarda l'uomo, egli cercherà sempre di migliorare (nelle parole usate, nei gesti adottati, nelle immagini sclte, ecc.) questa relazione tra segno e realtà significata.

ALCUNE PRECISAZIONI CHE POI SPIEGANO ANCHE I COMPORTAMENTI
* La celebrazione liturgica è per il cristiano credente maturo. Non è quindi possibile ridurla a strumento pedagogico, da adattare a piacimento a seconda delle situazioni. Essa ha dei margini di elasticità, ma fondamentalmente deve essere sempre completa nei suoi aspetti.

* I segni devono essere chiari (poche parole, comprensibili) semplici (non eccedere nelle aggiunte, usare prudenza e poi sfruttare quelli già presenti nella liturgia stessa)

* Preoccuparsi, più che degli adattamenti esterni , della vera conversione del cuore dei fedeli. La Messa si celebra in pienezza se si è in grazia di Dio.

* Fondamentalmente la celebrazione è relativa al mistero della Pasqua di Gesù. Si celebra in modo da essere proiettati nel passato (ricordo storico della pasqua di Gesù), ma che è vero nel presente (nella fede autentica, in parole e opere, dei cristiani) e che si apre anche verso il futuro (nell'anticipazione della vita eterna).

* Benedetto XVI ribadisce l'importanza del fatto che la liturgia è prima di tutto azione di Dio e poi dell' uomo. Quindi attenzione a non cedere troppo alle mode o ai personalismi.

* La buona celebrazione unisce una partecipazione piena (convinta nella fede e in grazia di Dio), attiva (coinvolgendosi nella celebrazione, coi canti, le parole, i gesti, i vari servizi, ecc), fruttuosa (che si apre ad una vita secondo il Vangelo , nel proprio quotidiano).

* E' importante rifare ogni tanto una catechesi litugica (il card. Biffi diceva che per ciò era possibile anche sfruttare qualche omelia)

* Tenere unita la celebrazione nelle varie parti (evitare ciò che una parte - l'omelia- prenda il sopravvento sull'altra; canti o gesti eccessivamente lunghi) o che venga celebrata in modi spezzato (cfr Messe ai campi).

IL CANTO LITURGICO
E' diverso da altri tipi di canto. Il direttorio regionale (in pubblicazione) indica l'organo come strumento prioritario, ma non esclude gli altri.

Il primo criterio indicato per la scelta dei canti è la pertinenza rituale, ovvero la relazione col di significato col momento della Messa o altro

Secondo criterio è che il testo sia in linea con i significati eucaristici e non con semplici "pensieri spirituali" anche buoni o con semplici sentimenti positivi.

Altro criterio è la corretta espressione linguistica (contro stili poetici-artistici troppo marcati, quindi difficilmente comprensibili).

Per ultimo, c'è il criterio della contabilità da parte del popolo di Dio. Ciò però non esclude che in alcuni momenti della Messa si possano eseguire (bene) alcuni canti, ad opera solo del coro e con l'assemblea che ascolta. Ciò non deve diventare l'ordinario ma restare nello straordinario (es. Messe di natale e Pasqua, o un canto-due nella celebrazione)